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Alcuni relitti lasciati nella Capitale in seguito a eventi sportivi e
non (a parte il Terminal Ostiense, ceduto a privati dopo anni di
abbandono, molti sono a oggi inutilizzati) |
Candidatura Olimpica: ottimismo o incoscienza?
Giovedì 25 giugno: è stata approvata
in Aula Capitolina la “Mozione sulla candidatura dì Roma ai XXXIII
Giochi Olimpici e ai XVII Giochi Paralimpici del 2024″ con 39 voti
favorevoli, 6 contrari – Movimento 5 Stelle, Riccardo Magi (Lista Civica
Marino) Marco Pomarici (Verso la Lega dei Popoli con Salvini, che
peraltro quando stava con Alemanno sosteneva la candidatura Roma 2020) –
e nessun astenuto, 10. Dieci voti favorevoli sono
arrivati dalle fila dell’opposizione: Gianni Alemanno (Apn), Sveva
Belviso (Altra destra), Davide Bordoni (Fi), Alessandro Cochi (Pdl)
Ignazio Cozzoli (Apn), Gigi De Palo (Cxr), Mino Dinoi (Movimento
cantiere Italia), Fabrizio Ghera (Fdi), Lavinia Mennuni (Fdi) e Dario
Rossin (Fi). Tutta la maggioranza (escluso Magi): Gemma Azuni, Imma
Battaglia, Annamaria Cesaretti e Gianluca Peciola di Sel, Svetlana
Celli, Luca Giansanti, Franco Marino e Rita Paris della Lista civica
Marino, Centro democratico con il neoinsediato Daniele Parrucci, e
tutto il gruppo del Pd, guidato dal voto del sindaco Ignazio Marino e
del presidente dell’Aula, Valeria Baglio: il capogruppo Fabrizio Panecaldo,
Erica Battaglia, Orlando Corsetti, Francesco D’Ausilio, Athos De Luca,
Cecilia Fannunza (new entry), Alfredo Ferrari, Valentina Grippo, Liliana
Mannocchi (new entry), Dario Nanni, Marco Palumbo, Gianni Paris, Ilaria
Piccolo, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Giulia Tempesta e
Daniela Tiburzi. Roberto Cantiani (Ncd) ha votato sì, ma il suo voto
non è stato registrato dal sistema elettronico.
Colpisce l’estrema genericità del
testo della delibera – le solite formule retoriche di circostanza – in
cui spicca un passaggio che, visto il clima generale, e il lungo elenco
di precedenti, appare quantomeno azzardato: “…l’organizzazione dei
Giochi, nel rispetto delle indicazioni del Comitato Olimpico
Internazionale e di valori che Roma sente propri, deve rispettare alcuni
principi etici e pratici: sostenibilità ambientale, rigenerazione
urbana con particolare riferimento al riutilizzo degli impianti sportivi
esistenti adeguandoli ai parametri CIO, piena accessibilità di tutta la
città, trasparenza, rigore amministrativo e compatibilità
economico-finanziaria rispetto alle risorse che saranno effettivamente
disponibili, rispetto di progetti e tempi, programmazione delle opere e
delle infrastrutture da realizzare tutte in funzione dell’uso di
cittadine e cittadini dopo i Giochi “ (scarica la proposta nella versione consegnata ai capigruppo il 18 giugno e quindi non definitva Proposta candidatura Roma 2024 dopo capigruppo del 17.06.15-2)
La candidatura, fortemente voluta
dal Presidente Renzi, è sostenuta da un vasto fronte bipartisan:
d’altra parte ci hanno già provato in tanti in passato, l’ultimo è stato
l’ex Sindaco Gianni Alemanno, poi sonoramente bocciato dall’allora
Presidente Monti per motivi che oggi sarebbero ancora più decisivi. E
in un momento di grande incertezza, aggiungiamo qualche riflessione in
più sul perchè abbiamo chiesto al Sindaco e all’Assemblea Capitolina
di non candidare Roma alle Olimpiadi 2024. Con una premessa: non accetteremo nessuna strumentalizzazione della nostra battaglia per attaccare la Giunta Marino.
(25 giugno 2015) Il Sindaco Marino usa
spesso metafore legate alla sua professione: ancora pochi giorni fa,
rispondendo alle dichiarazioni critiche nei suoi confronti del
Presidente del Consiglio Renzi, aveva rivendicato il diritto di vedere giudicato il suo operato “alla fine, quando il paziente, dopo la rianimazione, abbraccia i familiari, esce dall’ospedale e torna a casa“(1).
Ma questo discorso vale ancora di più rispetto ad impegni futuri che
dovrebbe prendersi la città: nessun malato di tumore (il paragone, per
quanto pesante, ci sembra calzante) si iscriverebbe alla Maratona di New
York, anche se si corre dopo tre anni.
Proponiamo alcuni spunti di riflessione
che un buon amministratore (o il diligente "buon padre di famiglia”
del diritto civile(2) dovrebbe
considerare più che sufficienti per accantonare l’ipotesi di organizzare
qualsiasi “grande evento” prima che Roma sia diventata una “città
normale”. E ci auguriamo che a in un momento così difficile a nessuno
venga la tentazione di ricorrere al solito “panem et circenses” per
far dimenticare ai romani le brutte storie di Mafia Capitale con la
sempiterna catarsi sportiva, giocata sulla retorica delle Olimpiadi e
magari anche sullo Stadio della Roma, proprio oggi rilanciato
entusiasticamente dal Sindaco dopo la presentazione del progetto
definitivo al Ministro Delrio (3).
L’immagine del nostro Paese e della nostra città sono una cosa seria,
non è con lustrini e parate sportive che possiamo cancellare davanti al
resto del mondo la melma in cui, oggi lo sappiamo tutti, la Capitale è
affondata da tempo. Sarebbe invece una dimostrazione di grande
responsabilità, e anche di senso dell’onore, ammettere le difficoltà che
stiamo attraversando e preoccuparci della salute della città.
CI POSSIAMO PERMETTERE I COSTI DELLE OLIMPIADI ?