venerdì 26 giugno 2015

Roma non deve candidarsi alle Olimpiadi 2024


Alcuni relitti lasciati nella Capitale in seguito a eventi sportivi e non (a parte il Terminal Ostiense, ceduto a privati dopo anni di abbandono, molti sono a oggi inutilizzati)

Candidatura Olimpica: ottimismo o incoscienza?

Articolo tratto dal sito: Carte in regola

Giovedì 25 giugno: è stata approvata in Aula Capitolina la “Mozione sulla candidatura dì Roma ai XXXIII Giochi Olimpici e ai XVII Giochi Paralimpici del 2024″ con 39 voti favorevoli, 6 contrari – Movimento 5 Stelle, Riccardo Magi (Lista Civica Marino) Marco Pomarici (Verso la Lega dei Popoli con Salvini, che peraltro quando stava con Alemanno sosteneva la candidatura Roma 2020) – e nessun astenuto, 10. Dieci voti favorevoli sono arrivati dalle fila dell’opposizione: Gianni Alemanno (Apn), Sveva Belviso (Altra destra), Davide Bordoni (Fi), Alessandro Cochi (Pdl) Ignazio Cozzoli (Apn), Gigi De Palo (Cxr), Mino Dinoi (Movimento cantiere Italia), Fabrizio Ghera (Fdi), Lavinia Mennuni (Fdi) e Dario Rossin (Fi). Tutta la maggioranza (escluso Magi): Gemma Azuni, Imma Battaglia, Annamaria Cesaretti e Gianluca Peciola di Sel,  Svetlana Celli, Luca Giansanti, Franco Marino e Rita Paris della Lista civica Marino, Centro democratico con il neoinsediato Daniele Parrucci,  e tutto il gruppo del Pd, guidato dal voto del sindaco Ignazio Marino e del presidente dell’Aula, Valeria Baglio: il capogruppo Fabrizio Panecaldo, Erica Battaglia, Orlando Corsetti, Francesco D’Ausilio, Athos De Luca, Cecilia Fannunza (new entry), Alfredo Ferrari, Valentina Grippo, Liliana Mannocchi (new entry), Dario Nanni, Marco Palumbo, Gianni Paris, Ilaria Piccolo, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Giulia Tempesta e Daniela Tiburzi.  Roberto Cantiani (Ncd) ha votato sì, ma il suo voto non è stato registrato dal sistema elettronico.

Colpisce l’estrema genericità del testo della delibera – le solite formule retoriche di circostanza – in cui spicca un passaggio che, visto il clima generale, e il lungo elenco di precedenti, appare quantomeno azzardato: …l’organizzazione dei Giochi, nel rispetto delle indicazioni del Comitato Olimpico Internazionale e di valori che Roma sente propri, deve rispettare alcuni principi etici e pratici: sostenibilità ambientale, rigenerazione urbana con particolare riferimento al riutilizzo degli impianti sportivi esistenti adeguandoli ai parametri CIO, piena accessibilità di tutta la città, trasparenza, rigore amministrativo e compatibilità economico-finanziaria rispetto alle risorse che saranno effettivamente disponibili, rispetto di progetti e tempi, programmazione delle opere e delle infrastrutture da realizzare tutte in funzione dell’uso di cittadine e cittadini dopo i Giochi “ (scarica la proposta nella versione consegnata ai capigruppo il 18 giugno e quindi non definitva Proposta candidatura Roma 2024 dopo capigruppo del 17.06.15-2)

La candidatura, fortemente voluta dal Presidente Renzi, è sostenuta da un vasto fronte bipartisan: d’altra parte ci hanno già provato in tanti in passato, l’ultimo è stato l’ex Sindaco Gianni Alemanno, poi sonoramente bocciato dall’allora Presidente Monti per motivi che oggi sarebbero ancora più decisivi.   E in un momento di grande incertezza, aggiungiamo   qualche riflessione in più sul perchè abbiamo chiesto  al Sindaco e all’Assemblea Capitolina di non candidare  Roma alle Olimpiadi 2024. Con una  premessa:  non accetteremo nessuna strumentalizzazione della nostra battaglia per attaccare  la Giunta Marino.

(25 giugno 2015) Il Sindaco Marino usa spesso metafore legate alla sua professione: ancora pochi giorni fa, rispondendo alle dichiarazioni critiche nei suoi confronti del Presidente del Consiglio Renzi, aveva rivendicato il diritto di vedere giudicato il suo operato “alla fine, quando il paziente, dopo la rianimazione, abbraccia i familiari, esce dall’ospedale e torna a casa(1). Ma questo discorso vale ancora di più  rispetto ad  impegni futuri che dovrebbe prendersi la città: nessun malato di tumore (il  paragone, per quanto pesante, ci sembra calzante) si iscriverebbe alla Maratona di New York, anche se si corre dopo tre anni.

Proponiamo alcuni  spunti di riflessione che un buon amministratore (o il diligente "buon padre di famiglia” del diritto civile(2) dovrebbe considerare più che sufficienti per accantonare l’ipotesi di organizzare qualsiasi “grande evento” prima che Roma sia  diventata una “città normale”. E ci auguriamo che a in un momento così difficile a nessuno venga la tentazione di ricorrere al solito  “panem et circenses” per  far dimenticare ai romani le brutte storie di  Mafia Capitale con la sempiterna catarsi sportiva,  giocata sulla retorica delle  Olimpiadi e magari anche  sullo Stadio della Roma, proprio oggi rilanciato entusiasticamente dal Sindaco dopo la presentazione del progetto definitivo al Ministro Delrio (3).  L’immagine del nostro Paese e della nostra città sono una cosa  seria, non è con lustrini e parate sportive  che possiamo cancellare davanti al resto del mondo la melma in cui, oggi lo sappiamo tutti,  la Capitale è affondata da tempo. Sarebbe invece  una dimostrazione di grande responsabilità, e anche di senso dell’onore, ammettere le difficoltà che stiamo attraversando e  preoccuparci della salute della città.

CI POSSIAMO PERMETTERE  I COSTI DELLE OLIMPIADI ?


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