martedì 25 febbraio 2014

Perchè vogliono imbavagliare i comitati?

Mercoledì 19 Febbraio 2014 il Consiglio del III Municipio, con la motivazione di voler “regolamentare” le varie realtà rappresentative a livello territoriale, ha approvato a firma della consigliera Anna Punzo, l’istituzione di un Albo delle Associazioni e dei Comitati di Quartiere, in cui saranno  comprese solo le forme associative  che si registreranno  presso il Ministero delle Finanze, per un costo che si aggira intorno ai 168 € più le marche la bollo (che variano in funzione delle pagine fino a raggiungere anche la somma di 300 euro).  Alla faccia della partecipazione dei cittadini sbandierata da tutti i partiti durante la campagna elettorale (e in particolare dalla maggioranza costituita da PD, SEL e Lista civica Marino che governa anche il III Municipio)



La delibera ricorda innanzitutto che lo Statuto Comunale e il Regolamento Municipale prevedono la partecipazione dei cittadini e fa presente che gli organi municipali hanno necessità di “attingere a elenchi aggiornati per poter convocare ufficialmente” comitati e associazioni e che “per l’iscrizione al registro della Partecipazione” sarà necessario consegnare all’apposito ufficio “copia dello statuto e dell’atto costitutivo” Fin qui non ci sarebbe niente di male, anche perchè è giusto sapere che tipo di comitato si ha davanti e di quanti cittadini è composto (rappresenta). Cosa c'entra la richiesta di “documentazione attestante l’attribuzione del Codice Fiscale o della Partita IVA”? Anche perchè tanti comitati non hanno fini di lucro, perchè allora gli si chiede un codice fiscale / partita iva? Per attestare la loro esistenza è sufficiente, come si è sempre fatto, depositare al Protocollo del Municipio copia dello Statuto, un elenco degli aderenti e i riferimenti dei rappresentanti eletti (presidente - vice presidente - coordinatore/i). Nella delibera si giustifica la suddetta richiesta per avere “diritto alla partecipazione ai lavori delle Commissioni Consiliari Competenti ed accesso a tutti gli strumenti di partecipazione e diritto all’informazione previsti  dal Regolamento Municipale”. Stando così le cose si capisce che non potranno esercitare tali diritti,  non solo i comitati privi di C.F., ma  anche i cittadini non aderenti ai comitati e alle associazioni di quartiere. Noi come Comitato  pensiamo che si tratti di un errore di formulazione, perché negare ai normali cittadini addirittura il diritto all’informazione ci sembra un po’ troppo poco democratico. Forse i nostri amministratori della maggioranza che citano gli articoli 4 e 5 del Regolamento Municipale, dovrebbero leggerlo meglio visto che non c'è traccia nè di Codice FiscalePartita IVA

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