Mercoledì 19 Febbraio 2014 il Consiglio del III Municipio, con la
motivazione di voler “regolamentare” le varie realtà rappresentative a
livello territoriale, ha approvato a firma della consigliera Anna Punzo, l’istituzione di un Albo delle
Associazioni e dei Comitati di Quartiere, in cui saranno comprese solo
le forme associative che si registreranno presso il Ministero delle
Finanze, per un costo che si aggira intorno ai 168 € più le marche la bollo (che variano in
funzione delle pagine fino a raggiungere anche la somma di 300
euro). Alla faccia della partecipazione dei cittadini sbandierata da
tutti i partiti durante la campagna elettorale (e in particolare dalla
maggioranza costituita da PD, SEL e Lista civica Marino che governa
anche il III Municipio)
La delibera ricorda innanzitutto che lo Statuto Comunale e il
Regolamento Municipale prevedono la partecipazione dei cittadini e fa
presente che gli organi municipali hanno necessità di “attingere a elenchi aggiornati per poter convocare ufficialmente” comitati e associazioni e che “per l’iscrizione al registro della Partecipazione” sarà necessario consegnare all’apposito ufficio “copia dello statuto e dell’atto costitutivo” Fin qui non ci sarebbe niente di male, anche perchè è giusto sapere che tipo di comitato si ha davanti e di quanti cittadini è composto (rappresenta). Cosa c'entra la richiesta di “documentazione attestante l’attribuzione del Codice Fiscale o della Partita IVA”? Anche perchè tanti comitati non hanno fini di lucro, perchè allora gli si chiede un codice fiscale / partita iva? Per attestare la loro esistenza è sufficiente, come si
è sempre fatto, depositare al Protocollo del Municipio copia dello
Statuto, un elenco degli aderenti e i riferimenti dei rappresentanti
eletti (presidente - vice presidente - coordinatore/i). Nella delibera si giustifica la suddetta richiesta per avere “diritto alla partecipazione ai lavori delle Commissioni
Consiliari Competenti ed accesso a tutti gli strumenti di partecipazione
e diritto all’informazione previsti dal Regolamento Municipale”. Stando così le cose si capisce che non potranno esercitare tali diritti, non solo i
comitati privi di C.F., ma anche i cittadini non aderenti ai comitati e
alle associazioni di quartiere. Noi come Comitato pensiamo che si tratti di un
errore di formulazione, perché negare ai normali cittadini addirittura
il diritto all’informazione ci sembra un po’ troppo poco democratico. Forse i nostri amministratori della maggioranza che citano gli articoli 4 e 5 del Regolamento Municipale, dovrebbero leggerlo meglio visto che non c'è traccia nè di Codice Fiscale né Partita IVA
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